Ciao Edo!
ValeriaVale
venerdì 13 gennaio 2017
mercoledì 12 settembre 2012
CIAO CARLA!
"Vorrei dire un'ultima cosa. Nel rapporto su mio figlio, che per anni è andato in Vespa con la sua macchina fotografica a tracolla, c'è scritto che le fotografie sono tutte sfocate e indistinte per un errato uso della macchina fotografica.
Strano, erano anni che andava in giro a fare fotografie. Quelle del dossier si vedevano tutte. Stavolta invece no, tutte buie. Dev'essere che Valerio, quel giorno, è riuscito a fotografare il futuro.
Non il suo, quello di tutti."
da "Sia folgorante la fine" di Carla Verbano e Alessandro Capponi (Rizzoli)
"Vorrei dire un'ultima cosa. Nel rapporto su mio figlio, che per anni è andato in Vespa con la sua macchina fotografica a tracolla, c'è scritto che le fotografie sono tutte sfocate e indistinte per un errato uso della macchina fotografica.
Strano, erano anni che andava in giro a fare fotografie. Quelle del dossier si vedevano tutte. Stavolta invece no, tutte buie. Dev'essere che Valerio, quel giorno, è riuscito a fotografare il futuro.
Non il suo, quello di tutti."
da "Sia folgorante la fine" di Carla Verbano e Alessandro Capponi (Rizzoli)
giovedì 22 marzo 2012
Fausto e Iaio
.....
Faceva freddo a Milano il 18 marzo 1978, e il centro era intasato di auto della polizia e dei carabinieri: lampeggianti accesi, posti di blocco, mitra spianati. Due giorni prima a Roma era stato rapito Aldo Moro, e la macchina dello Stato sembrava impegnata in una buffa parodia di efficienza e "pronta risposta alla sfida brigatista", come promesso dal ministro dell'Interno Francesco Cossiga. Ma non c'erano sirene e poliziotti al Casoretto, quartiere di periferia. Solo persiane sbarrate a tener fuori lo smog e televisori accesi, in attesa del tg delle 20.
A quell'ora Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci camminano lungo via Mancinelli, stretti nei paltò. Chiacchierano, e il freddo forma nuvolette di vapore davanti alle loro bocche. Hanno trascorso un pomeriggio tranquillo: Lorenzo in piazza Duomo insieme alla sua ragazza, Fausto al Parco Lambro con gli amici. Mezz'ora prima si sono incontrati alla "Crota Piemunteisa", un bar-trattoria di fronte al centro sociale Leoncavallo, e ora si dirigono verso casa di Fausto, in via Montenevoso 9, per l'appuntamento del sabato col risotto di mamma Danila......
da http://www.reti-invisibili.net/faustoeiaio/
Faceva freddo a Milano il 18 marzo 1978, e il centro era intasato di auto della polizia e dei carabinieri: lampeggianti accesi, posti di blocco, mitra spianati. Due giorni prima a Roma era stato rapito Aldo Moro, e la macchina dello Stato sembrava impegnata in una buffa parodia di efficienza e "pronta risposta alla sfida brigatista", come promesso dal ministro dell'Interno Francesco Cossiga. Ma non c'erano sirene e poliziotti al Casoretto, quartiere di periferia. Solo persiane sbarrate a tener fuori lo smog e televisori accesi, in attesa del tg delle 20.
A quell'ora Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci camminano lungo via Mancinelli, stretti nei paltò. Chiacchierano, e il freddo forma nuvolette di vapore davanti alle loro bocche. Hanno trascorso un pomeriggio tranquillo: Lorenzo in piazza Duomo insieme alla sua ragazza, Fausto al Parco Lambro con gli amici. Mezz'ora prima si sono incontrati alla "Crota Piemunteisa", un bar-trattoria di fronte al centro sociale Leoncavallo, e ora si dirigono verso casa di Fausto, in via Montenevoso 9, per l'appuntamento del sabato col risotto di mamma Danila......
da http://www.reti-invisibili.net/faustoeiaio/
mercoledì 14 marzo 2012
Nè fascisti nè polizia
“Dax, dolcissimo amico, coraggioso compagno di mille lotte per la casa, contro i fascisti e contro tutto quello che non ci piaceva, che non andava, quando ero nel letto dell'ospedale non vedevo l'ora di uscire e riderci su assieme davanti a una bella birra, la speranza
mi teneva vivo, allegro ora mi tiene in piedi la rabbia, l'odio e la voglia di lottare per quello in cui credevi tu… ..mi chiedo perché la polizia ha bloccato il traffico facendo così ritardare la mia ambulanza, mi chiedo perché c'erano tanti sbirri lì con il manganello? Forse per provocare una reazione dei compagni?
Non riuscendoci sul posto, ci hanno ritentato all'ospedale S. Paolo? Mi chiedo: il padre dei due fascisti, che cazzo ci faceva lì in quel momento,
se non a dare man forte?
Nessun stupore care compagne e compagni,
nessun lamento, solo odio e tanta voglia di lottare.”
venerdì 17 febbraio 2012
Valerio Verbano - partigiano
22 febbraio 1980 22 febbraio 2012
32 anni dall'assasinio di Valerio Verbano compagno di 19 anni in casa sua mentre i suoi genitori erano legati e imbavagliati in un'altra stanza. L'assassini vigliacco è stato commesso da tre fascisti rimasti ignoti e impuniti, come ignoti e impuniti sono i mandanti. L'unica cosa certa è che Valerio è stato ucciso per la sua militanza antifascista, perchè curava un dossier di controinformazione sui fascisti, allora molto sottovalutati e poco indagati. La memoria e l'esempio di Valerio sono rimasti vivi in tutti questi anni e lui ha continuato a camminare accanto a chi lotta ogni giorno per un mondo migliore. Sua madre Carla non si è mai arresa e con lei vogliamo GIUSTIZIA. Che paghino finalmente secondo la legge i suoi assassini, i mandanti e gli oemrtosi che coprirono allora e coprono ancora oggi. Da un anno la magistratura ha riaperto le indagini.
32 anni dall'assasinio di Valerio Verbano compagno di 19 anni in casa sua mentre i suoi genitori erano legati e imbavagliati in un'altra stanza. L'assassini vigliacco è stato commesso da tre fascisti rimasti ignoti e impuniti, come ignoti e impuniti sono i mandanti. L'unica cosa certa è che Valerio è stato ucciso per la sua militanza antifascista, perchè curava un dossier di controinformazione sui fascisti, allora molto sottovalutati e poco indagati. La memoria e l'esempio di Valerio sono rimasti vivi in tutti questi anni e lui ha continuato a camminare accanto a chi lotta ogni giorno per un mondo migliore. Sua madre Carla non si è mai arresa e con lei vogliamo GIUSTIZIA. Che paghino finalmente secondo la legge i suoi assassini, i mandanti e gli oemrtosi che coprirono allora e coprono ancora oggi. Da un anno la magistratura ha riaperto le indagini.
lunedì 16 gennaio 2012
Anna Frank
"È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’intima bontà dell’uomo. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità".
Anna Frank
Anna Frank
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