giovedì 22 marzo 2012

Fausto e Iaio

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Faceva freddo a Milano il 18 marzo 1978, e il centro era intasato di auto della polizia e dei carabinieri: lampeggianti accesi, posti di blocco, mitra spianati. Due giorni prima a Roma era stato rapito Aldo Moro, e la macchina dello Stato sembrava impegnata in una buffa parodia di efficienza e "pronta risposta alla sfida brigatista", come promesso dal ministro dell'Interno Francesco Cossiga. Ma non c'erano sirene e poliziotti al Casoretto, quartiere di periferia. Solo persiane sbarrate a tener fuori lo smog e televisori accesi, in attesa del tg delle 20.
A quell'ora Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci camminano lungo via Mancinelli, stretti nei paltò. Chiacchierano, e il freddo forma nuvolette di vapore davanti alle loro bocche. Hanno trascorso un pomeriggio tranquillo: Lorenzo in piazza Duomo insieme alla sua ragazza, Fausto al Parco Lambro con gli amici. Mezz'ora prima si sono incontrati alla "Crota Piemunteisa", un bar-trattoria di fronte al centro sociale Leoncavallo, e ora si dirigono verso casa di Fausto, in via Montenevoso 9, per l'appuntamento del sabato col risotto di mamma Danila......

da http://www.reti-invisibili.net/faustoeiaio/

mercoledì 14 marzo 2012

Nè fascisti nè polizia

“Dax, dolcissimo amico, coraggioso compagno di mille lotte per la casa, contro i fascisti e contro tutto quello che non ci piaceva, che non andava, quando ero nel letto dell'ospedale non vedevo l'ora di uscire e riderci su assieme davanti a una bella birra, la speranza
mi teneva vivo, allegro ora mi tiene in piedi la rabbia, l'odio e la voglia di lottare per quello in cui credevi tu…  ..mi chiedo perché la polizia ha bloccato il traffico facendo così ritardare la mia ambulanza, mi chiedo perché c'erano tanti sbirri lì con il manganello? Forse per provocare una reazione dei compagni?
Non riuscendoci sul posto, ci hanno ritentato all'ospedale S. Paolo? Mi chiedo: il padre dei due fascisti, che cazzo ci faceva lì in quel momento,
se non a dare man forte?
Nessun stupore care compagne e compagni,
nessun lamento, solo odio e tanta voglia di lottare.”